Il ferretto in questione ha una storia di anni di pasta già vissuti, è di sezione quadrata, ed è di ferro.
Per l'impasto ho usato il 90% di semola di grano duro ed il 10% di farina 00, si potrebbe anche aggiungere un tuorlo d'uovo, ma noi abbiamo usato solo acqua.
L'impasto non deve essere troppo morbido altrimenti si attacca al ferretto e non è facile da lavorare. Per cominciare si fa riposare l'impasto una mezz'ora e si formano tanti salsicciotti del diametro di circa 0.5 cm. A questo punto i salsicciotti vengono tagliati in tanti pezzetti di lunghezza di circa due centimetri.
All'inizio questa operazione può sembrare difficile, ma poi basta prendere un po' di manualità. E' importante non cospargere i pezzetti di impasto con troppa farina, altrimenti al momento di formare i maccheroni risulterà difficile farli rotolare.
La tradizione vuole che si faccia un maccherone più grande degli altri e che capiti nel piatto del più fortunato!
Ringrazio il mio amico per avermi insegnato questa nuova pasta della sua tradizione e tutti gli ospiti che ho avuto per avermi fatto passare una giornata così divertente ed in piacevole compagnia.
A Trapani fanno una pasta come questa che si chiama "busiate" e sono da urlo! TU sei stata bravissima!
RispondiEliminaquanto mi piace la pasta fresca...la devo provare!! bravissima!
RispondiEliminaanche io ho scoperto da poco questo formato di pasta, e devo dire che rievocare le tecniche antiche mi piace molto! li ho rifatti venerdì scorso, conditi col ragù come dici tu ;) i tuoi però sono usciti ben meglio del mio primo tentativo! heheh
RispondiEliminaps. sono contentissima che le orecchiette ti siano venute bene :)
@ Fantasie ti ringrazio, non si finisce mai di imparare!
RispondiElimina@ Federica ci vuole tanto lavoro, ma da tanta soddisfazione secondo me
@ Cuochella Le orecchiette sono fantastiche!
Beh, io quelli di Zucchero d'uva li ho assaggiati, visto che ero lì :) ed erano ottimi. Buono anche il ragù.
RispondiElimina@ Fradefra Quale onore...detto da te!!!
RispondiEliminaCarissimi la tipologia menzionata nel mio ristorante e un classico ,rigorosamente lavorato a mano farina di semola rimacinata dopo la cottura mescolare con bufala e ragù di cottura lenta ,un po grana ,poi va messo in un tegame di coccio per poi passare al forno a 220 gradi conservo l'anonimo,non voglio assolutamente cogliere il momento per pubblicità, un mero commento da chi ne produce alcuni migliaia di porzione al anno, .buon appetito.
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